Il terribile terremoto a Taiwan. Traballa anche la speranza di pace nonostante il nuovo Presidente?

Generale Giuseppe Morabito membro del Direttorio della NATO Defence College – Il 3 aprile la Repubblica di Cina – Taiwan ha subito un terremoto di magnitudo 7,4, il più forte degli ultimi 25 anni. Il sisma ha ucciso una decina di persone e ne ha ferite circa mille. Nonostante la forza del terremoto, il bilancio delle vittime e i danni alle infrastrutture sono stati molto inferiori a quanto si poteva prevedere data la magnitudo del fenomeno e questo, in gran parte, a causa degli stringenti requisiti di ingegneria che hanno guidato la costruzione edilizia di Taiwan. L’isola dell’ Indo-Pacifico ne è uscita relativamente indenne nonostante abbia subito il più grande terremoto degli ultimi due decenni.

“È davvero notevole che, dato un terremoto di questa portata, abbiamo visto così poche vittime segnalate”, ha dichiarato Daniel Aldrich, professore di scienze politiche alla Northeastern University USA che studia la “resistenza globale” ai terremoti. Il paese aveva già rivisto le norme edilizie in seguito al terremoto di magnitudo 7,3 del 1999 che uccise oltre 2.000 persone. “Taiwan ha riorganizzato la sua risposta ai disastri e ha avviato una serie di tentativi di risposta agli shock dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso”, ha affermato Aldrich.

“Quello a cui abbiamo assistito nel 2024 è il risultato diretto della risposta a quanto accaduto precedentemente e delle critiche del governo”. All’indomani del terremoto del 1999, il paese ha visto costruire nuovi edifici con rigorosi standard ingegneristici e ha rafforzato gli edifici più vecchi per renderli più resistenti ai terremoti. “Il concetto di progettazione di un edificio, essenzialmente, è che rimaniamo intatti durante i piccoli terremoti, riparabili dopo quelli moderati, e resistiamo ai grandi terremoti senza crollare”, ha affermato Teng Tzu-yu, capo del dipartimento degli affari economici di Hualien (Capitale dell’omonima contea di Taiwan compresa nell’area del sisma). In molte città taiwanesi, la vita è continuata normalmente il giorno dopo il terremoto, con le persone che sono tornate al lavoro e i negozi hanno aperto regolarmente.

Taiwan ha specificamente perseguito penalmente i costruttori che lesinavano in termini di costruzione. “Hanno emesso ingenti multe e sanzioni per le imprese di costruzione che sono state scoperte di aver in qualche modo ridotto gli oneri nella fase di costruzione. E c’è stato un investimento davvero serio in tutti i nuovi edifici”, ha detto il Professor Aldrich. Importante quindi conoscere quali modifiche sono state apportate in fase di preparazione/ costruzione.

I sismologi di Taiwan descrivono il terremoto come un evento che ha avuto un’energia equivalente a 32 bombe atomiche sganciate su Hiroshima. La scossa ha colpito l’intera isola di Taiwan e si è sentita fino a Hong Kong e Shanghai. Nonostante l’intensità della scossa, le persone all’interno del grattacielo più alto di Taipei, Taipei 101, sono rimaste al sicuro grazie a un grande pendolo al centro dell’edificio che ha contribuito ad assorbire lo shock. Installato e prima studiato quale ammortizzatore del vento, assorbe i leggeri movimenti oscillanti dell’edificio in ogni momento per ridurre il disagio delle persone nell’edificio. Per i non grattacieli, i codici edilizi aggiornati di Taiwan richiedono “progetti robusti di armature in acciaio incorporati nel cemento armato, rafforzamento delle fondamenta degli edifici e organizzazione di regolari esercitazioni antisismiche tra il grande pubblico. “Il compito più importante che abbiamo svolto è stato l’ammodernamento delle… scuole”, ha detto Kuo-Fong Ma, ricercatore e sismologo presso l’Academia Sinica di Taipei. La riforma delle infrastrutture di Taiwan è un ottimo esempio di misure preventive che possono essere adottate per ridurre la distruzione dei disastri naturali. I danni relativamente lievi del terremoto illustrano anche il valore dell’applicazione da parte del governo di rigorosi codici di ingegneria. Altre nazioni possono adottare approcci simili per prepararsi ai terremoti, in particolare quelli situati lungo le linee di faglia.

Subito dopo il terremoto il Vicepresidente della repubblica, William Lai Ching-te, eletto Presidente dell’isola a gennaio (si insedierà il prossimo 20 maggio), ha invitato l’opinione pubblica a fare attenzione e a mantenere la calma e ha informato che il governo aveva aperto un centro di emergenza per far fronte al disastro. Lai succederà alla Presidente Tsai come prossimo presidente di Taiwan il 20 maggio. In passato, come indicato, il sisma è stato il più grande che abbia colpito l’isola dal 1999, quando una scossa di magnitudo 7,6 uccise circa 2.400 persone e distrusse o danneggiò 50.000 edifici in uno dei terremoti peggiori registrati a Taiwan. Va ricordato anche che nell’agosto 2009, Taiwan ha subito la peggiore inondazione degli ultimi 50 anni a causa del tifone Morakot, che ha causato gravi perdite a persone e proprietà. Infine, e purtroppo, nel febbraio 2016, un terremoto di magnitudo 6,7 ha colpito il sud di Taiwan, uccidendo 117 persone.

Molti paesi hanno offerto di fornire supporto alla Repubblica di Cina -Taiwan ma , senza sorpresa e tempestivamente, il Consiglio per gli affari continentali dell’isola ha fatto eco alla posizione di Taipei nel 2018, quando rifiutò l’offerta della Cina Popolare di aiuto post terremoto.

Ciò riflette anche l’inasprimento delle relazioni tra le due sponde dello Stretto dal 2016, quando la presidente Tsai rifiutò di accettare il principio della “Cina unica” dopo essere entrata in carica nel maggio di quell’anno. Da quando la Tsai è al governo, Pechino ha sospeso i colloqui e gli scambi ufficiali attraverso lo Stretto con Taiwan, che considera una provincia separatista. Pechino vede la democratica Repubblica di Cina – Taiwan come parte della Cina Popolare da riunificare con la forza, se necessario. La maggior parte dei paesi, compresi gli Stati Uniti e Italia, non riconoscono Taiwan come stato indipendente, ma Washington si oppone a qualsiasi tentativo di prendere con la forza l’isola autogovernata e si impegna difendere la democrazia di Taiwan 9 conferma in tal senso è stata data del Segretario di Stati Usa durante la sua recente visita a Pechino).

Le autorità di Taiwan sono state giustamente esitanti ad accettare i soccorsi di Pechino, perché temono/temevano che, data la citata forte tensione tra il governo di Taipei e quello di XI Jinping, i cinesi della terraferma possano approfittare dell’invio di soccorsi per guadagnare il controllo dei centri nevralgici ed economici del Paese.

Taipei, spera un giorno di diventare ufficialmente autonoma (se non indipendente) e non essere soggiogata dal regime comunista, come avvenuto con funeste conseguenze a Hong Kong. Non a caso, il presidente cinese Xi tende la mano ai “compatrioti” di Taiwan, colpiti dal violento terremoto, ma intanto ha fatto nuovamente  circondare, in modo subdolo nei giorni successivi alla catastrofe naturale, l’isola di jet e navi militari. Testare la capacità difensiva di Taiwan nonostante il terremoto appena sopraggiunto non è affatto un atteggiamento positivo.

Appare veramente brutta cosa sfruttare una tragedia per gli interessi strategici ma i taiwanesi non si piegheranno a questa evidente nuova scorrettezza.

In queste ore poi il presidente Xi riceve con tutti gli onori il Presidente russo Putin. Nelle immagini dell’incontro si intravede un’enfasi di Xi dieci volte superiore a quella con cui ha stretto la mano del presidente francese Macron pochi giorni fa a Parigi.

Al lettore la risposta alla domanda volta a conoscere di chi si possiamo fidare…

didascalia: generale Giuseppe Morabito membro del Direttorio della NATO Defence College

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